Alla memoria di mio padre Zoccoli Michele
Sant'Agata del Bianco 14/01/1923 - 28/03/2004)
L'arte del Carbonaio
Ricordo che papà sceglieva un punto pianeggiante, vicino al bosco dove aveva tagliato le piante, per usufruire di minor dispendio di fatica. Li' creava un spiazzo del diametro di 9-10 metri. Nella parte centrale dello spiazzo conficcava verticalmente un palo e tracciava la circonferenza dalla fossa, al centro di questo cerchio costruiva il camino centrale della carbonaia. All'esterno della circonferenza (grandezza base della fossa) , disponeva intorno alla circonferenza tronchi di legna a partire da terra di spessore piccolo a quelli più grandi; il camino centrale veniva creato con legna molto grandi e grossi disposti orizzontalmente a due a due ed incrociati tra loro. Attorno a questo camino venivano accatastati in verticale tronchi di legna grandi a finire piccoli.
Copertura del fossa di carbone
La fase di copertura consiste nell’avvolgere la fossa con uno strato di circa 5 cm di felci verdi prima, e di 5 cm circa di terra argillosa dopo. Lo scopo della copertura è di soffocare la fossa in modo che la combustione della legna avvenga il più lentamente possibile.
A questo punto la preparazione e finita, “finalmente si dà fuoco!“ le ore migliori di dare fuoco è al mattino, d’ora in poi non si dorme la notte altrimenti si rischia di fare un mucchio di cenere.
Accensione della fossa
E' la fase più delicata e impegnativa, dove sicuramente gioca a favore l’esperienza acquisita sul campo. In testa ed al centro della fossa si accende un fuoco di legna secchi e arbusti fino ad ottenere della brace sufficiente a dare quel fuoco necessario alla fossa. Con un palo spingendolo e sfilandolo dall’alto verso il basso, si riempie la bocca con la brace viva allo scopo dar fuoco al cuore della fossa effettuata questa operazione si copre il foro centrale inserendo dei blocchetti di legna quindi altrettanto velocemente si copre con felci e terriccio.
Controllo della cottura
Dopo l’accensione della fossa con la brace, la cottura deve procedere lentamente senza innescare la fiamma, a questo scopo si creano dei fori di aerazione sulla superficie del fossa. Si inizia creando due file di fori partendo dalla sommità del fossa con inclinazione verso il basso (la trasformazione da legna in carbone avviene dall’alto verso il basso. I fori di circa 5 cm di diametro, creati con l’ausilio di un picchetto appuntito, sono disposti sulla circonferenza ad intervallo di circa 20 cm, le due file distano pure circa 25 cm. fra di loro. Sulla verticale vengono sfalzati per arieggiare in modo più uniforme. I fori, vengono chiusi e se ne aprono degli altri secondo fabbisogno per garantire una cottura regolare, con troppa aria si potrebbe ridurre in cenere la legna, con poco tiraggio si rischia di spegnere la fossa , con le conseguenze che immaginate. Quando nelle prime due file di fori il fumo che inizialmente era bianco, diventa turchino, si chiudono le prime due file di fori e se ne aprono due più in basso distanziate di circa 20 cm, e cosi di seguito verso il basso. Quando la fossa viene costruita in fondo ad un canale è probabile ci sia del vento di tramontana che tira dalla montagna verso la valle . In queste condizioni la combustione viene alterata e dal lato dove soffiava il vento, la fossa brucia più in fretta e quindi la cottura avviene in modo non uniforme.
Durante la fase di cottura sulla sommità della fossa , al centro, si forma una depressione a forma di scodella , ciò significa che la fossa ha fame e deve essere “civata”, l’operazione consiste nel rimuovere lo strato di terra , ed inserire nel foro dei “stocchetti” (pezzi di legna più o meno grossi), quindi si ricopre il tutto con il solito materiale. L’operazione si fa su bisogno, sia di giorno che di notte e deve avvenire nel minor tempo possibile per evitare che la legna prenda fuoco a causa della troppa aerazione.
Il premio per il duro lavoro
Quando la fumata turchina, esce dall’ultima fila di fori di aerazione in prossimità del terreno, significa che la fossa è “matura”, tutta la legna si è trasformata in carbone. A questo punto si coprono tutti i fori di aerazione e lo si lascia spegnere completamente. A questo punto dopo un paio d’ore fa fossa veniva abbeverata scoperchiando la testa e versando una determinata quantità d’acqua per essere sicuri che la fossa è completamente spenta. A causa della riduzione del volume della legna, la fossa si riduce di grandezza ed assume una forma tondeggiante e schiacciata si inizia l’estrazione partendo da un angolo, separando dalla terra e dal pattume il carbone con l’aiuto di forca e rastrello. Capitavano a volte, alcuni legni non completamente trasformati in carbone che venivano chiamati “murruni”, questi potranno essere trasformati in una “cottura” successiva. Il terriccio recuperato, presenta caratteristiche migliori di quello originale e verrà riutilizzato per coprire il prossima Fossa. Il carbone estratto viene insaccato e portato a valle per essere venduto ai commercianti che poi lo distribuiscono ai clienti finali.